venerdì 4 giugno 2010

La strategia dello struzzo

La strategia dello struzzo si può esprimere come la scelta di prendere in considerazione solo gli aspetti positivi di una situazione. Secondo la credenza comune*, lo struzzo, in caso di pericolo, nasconderebbe la testa sotto la sabbia, sicuro così di non subire il danno (non lo vede!). Così negli affetti e nel lavoro, molte persone non fanno che considerare ottimisticamente ciò che funziona, dimenticando cosa non va, a volte con esiti disastrosi. (fonte http://www.albanesi.it/Mente/struzzo.htm )

Guardo al pettirosso ed al suo coraggio, alla sua stazza, alla sua presenza, alla sua curiosità e alle sue potenzialità.
Da pettirosso posso vedere tanto miei simili quanto gli struzzi mentre, questi ultimi, non si danno la possibilità di aprire l'orizzonte... non solo non volano ma si rintanano, sono lo specchio rovesciato della volontà d'azione e di pensiero: vivono nella paura ma non ne hanno consapevolezza, considerano la prospettiva di una testa sottoterra come via migliore al cambiamento.
Là sotto trovano un rifugio ma non si danno la possibilità di vedere... allo stesso tempo non sono non vedenti bensì non si vedono dentro, nell'essenza: scelgono di estrapolarsi dalla realtà, dall'esterno entro il quale, comunque, vivono corporalmente.

Sono scissi senza ritenere d'esserlo mai stati.


Il pettirosso salta da un ramo ad un altro, scappa, cerca, vola e cambia strategia. Non esiste la strategia del pettirosso perché l'unica strategia che adotta è il coraggio, il coraggio di vivere senza difese, il coraggio di guardare le cose dall'alto e contemporaneamente di avvicinarsi fino a toccarle.

Pettirosso vuol dire avere il coraggio di uscire da se stessi, avere un cuore così forte da portarne i segni anche sullla superficie.

Nessun commento:

Posta un commento